La lamentela


Secondo un’indagine, pare che la maggior parte della gente sia incline a lamentarsi almeno una volta al minuto durante una tipica conversazione.

Lamentarsi potrebbe anche apparire allettante, perché nel momento in cui lo facciamo sembra farci stare bene, al pari di tante altre cose piacevoli come mangiare, bere, fumare… In realtà fa male!

Quando ripetiamo un comportamento, come quello di lamentarci, i neuroni si ramificano l’un l’altro per facilitare il flusso d’informazioni e rendere più semplice ed automatico il ripetersi di quel tipo di comportamento.

Lamentele ripetute cablano il cervello in modo da rendere più probabili le lamentele future, ma con questo modo di fare tendiamo nel tempo ad essere più negativi che positivi, indipendentemente da ciò che accade intorno a noi.

Quando ci lamentiamo, il nostro corpo rilascia cortisolo, l’ormone dello stress. Il cortisolo ci sposta in modalità “lotta o fuga”, dirigendo ossigeno, sangue ed energia lontano da tutto, tranne che da quei sistemi essenziali alla sopravvivenza immediata. Tutto il cortisolo extra rilasciato da frequenti lagnanze danneggia il sistema immunitario e ci rende anche più sensibili alla malattia.

Una possibile soluzione alla lamentela è quella di coltivare un atteggiamento di gratitudine: ossia spostiamo l’attenzione su qualcosa per cui essere grati.  Un atteggiamento di gratitudine migliora l’umore, aumenta l’energia e riduce l’ormone dello stress. Ogni volta che proviamo pensieri negativi o pessimistici, usiamolo come spunto per cambiare marcia e pensare a qualcosa di positivo. Col tempo, questo tipo di atteggiamento costruttivo diventerà il nostro stile di vita.

Lamentarsi è un po’ come stare su una sedia a dondolo: ci tiene impegnati a fare qualcosa, ma non ci porta da nessuna parte!

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